Intervista al poeta Leonardo Manetti

 

Sono lieta di ospitare nel mio blog Pianeta Arte il poeta toscano nonché mio amico Leonardo Manetti, che con sorpresa ritrovo dopo la bella esperienza di averlo già intervistato qualche anno fa nel blog Espressione Libri dedicandogli uno spazio per parlare dell’allora nuova raccolta “sChianti”

1- Dal 2013 ad oggi hai pubblicato altre due sillogi di poesia, vorresti parlarcene?

Oltre alla più recente raccolta “Il Poeta Contadino”, ho pubblicato altre due sillogi: “Gli occhi interiori” edito da Marco del Bucchia e Poesie in cucina edito da Edizioni Helicon. Inoltre mi sono autopubblicato cinque raccolte di poesie tra le quali diVersi in Prosa, un viaggio alla ricerca di me stesso. Molteplici i temi toccati in questa raccolta dedicata a lei, la poesia, musa incantevole che seduce e inebria colmando il cuore d'emozioni in ogni frammento del vivere. Non mancano i tormenti, lo smarrimento e le inquietudini interiori, tipiche di quegli animi sensibili che l’arte lega a sé. E forte avanza l’esigenza di trovare risposte, di poter dare un senso nuovo a quel tempo che corre via troppo veloce e spietato.

2- In che modo nel tempo, se è cambiato, il tuo modo di fare poesia?

Io spero che non sia cambiato molto il mio modo di fare poesia. Per me è importante come per tutti ritrovare quel fondo fanciullesco custodito in ognuno e aperto alla meraviglia del mondo che ancora fa sognare. Io cerco di fare questo nella poesia,  con purezza e la semplicità che dovrebbero essere proprie dunque della poesia. Parole ricercate ma ingenue che tocchino il cuore e che attingano dal quotidiano. La sincerità delle parole può coinvolgere e commuovere, suscitando simpatia e adesione. Come succede quando si parla ai bambini: loro ti ascoltano solo se sei vero. La poesia dovrebbe essere pura e vera. Ora sono più maturo e ho vissuto tante altre esperienze ma spero di aver mantenuto lo stesso stile delle mie poesie adolescenziali anche se ovviamente con tutta l'esperienza di oggi.

3- Salta subito allocchio lassenza di una prefazione che apre la tua nuova raccolta di poesie dal titolo Il poeta contadino, mi chiedevo, come anche i lettori del blog, il perché di questa scelta?

Nella gran parte delle mie raccolte di poesie c’è la prefazione perché erano dei veri e propri viaggi e io volevo dare una chiave di lettura. Ma questa è una raccolta di poesie, scritte dall’adolescenza fino ad oggi, che non seguono una linea tracciata. La bellezza della poesia è che ognuno ci può vedere cosa vuole, e così il lettore è libero di crearsi la sua chiave di lettura.

4- Nella corrispondenza privata, come ti ho svelato, io ho abitato per parecchi anni a Piazza Armerina, in provincia di Enna, mi incuriosisce capire come tu che sei toscano, hai conosciuto e pubblicato con la casa editrice Nulla Die, che è proprio della città dei mosaici?

La pubblicazione di un libro è spesso frutto del caso. La ricerca di un editore non a pagamento non è mai facile,  si prova a mandare il manoscritto alle case editrici che si pensa possano fare al nostro caso e si rimane in attesa di un riscontro positivo. Ho letto della casa editrice Nulla Die su internet e mi sembrava interessante, ho mandato loro il manoscritto e poi ci siamo trovati d’accordo. Mi piace la linea editoriale che seguono.

5- Nelle tue nuove poesie parli spesso di fiumi, laghi, acqua, cosa rappresenta per te questo elemento naturale?  Ha anche un significato figurato?

Nel suo divenire, il corso d’acqua è metafora della vita degli uomini, ne riproduce gli accadimenti, ne segue il ritmo ed è esso stesso vita. L’acqua come la terra è un elemento che ritengo sia molto poetico.

6- Da alcune tue poesie trapela la difficile situazione sociale che stiamo vivendo, guerre, sofferenze, tu credi che la poesia con la sua bellezza possa ancora contribuire a salvare questo mondo ormai alla deriva?

Noi poeti romantici siamo sognatori, e anche se sarà utopia io spero sempre che la bellezza salverà il mondo.

7- Coltivi ancora l'amore per il teatro o altre forme darte a parte la poesia?

Il teatro è stata una bellissima esperienza che ho fatto per tanti anni e consiglierei a tutti i ragazzi di farla, anche se io ho cominciato tardi. Purtroppo non c’è tempo per fare tutto e come passione ho deciso di concentrarmi sulla poesia.

8- Laver partecipato alla terza edizione del reality di Sky Il contadino Cerca Moglie, è stata per te una bella esperienza?

Nonostante non ho trovato l’amore e non mi sono sposato grazie al programma, ma mi sono sposato questo novembre con Valeriya che ho conosciuto in tutt’altra occasione, è stata un’esperienza molto positiva. Io sono una persona molto curiosa ed è stato bello vedere cosa c’è dietro un reality, in poco tempo si vivono delle emozioni che nella vita reale non vivi in tanti anni. Io mi sono buttato appieno nell’esperienza e devo dire che mi ha arricchito molto. Per come sono fatto io mi ha aiutato a vivere la vita in maniera più “leggera” .

9- Hai mai pensato di dedicarti alla narrativa?

Ho scritto dei racconti ma la narrativa non fa per me. Io riesco a esprimermi meglio nella poesia dove posso esternare le mie emozioni in maniera più libera.  Per me la poesia – che intrinsecamente è musica – riesce a trasmettere emozioni e stati d’animo in maniera più suggestiva e solenne della prosa. E poi vi svelo un segreto: alla maturità, al tema di italiano, non ho preso la sufficienza perché  il tema era troppo confusionario!

Grazie per la tua sincerità e disponibilità caro Leonardo. Alla tua prossima opera!

 

Intervista alla poetessa Clelia Moscariello

 

1- Parlami un po' di te e di com’è nata la tua passione per la scrittura e cosa vuol dire per te scrivere.

“Ho cominciato a scrivere da bambina. A 20 anni ho scritto la prima poesia più matura “Camere da letto”, racchiusa nelle mia prima silloge “L’ultima notte da falena”. Da allora ho avuto fasi alterne di profonda ispirazione o di crisi rispetto alla scrittura creativa.

La scrittura mi permette di esplorare posti che non ho mai visitato e luoghi reconditi della mia mente. Credo che quando scrivo fuoriescono lati nascosti che hanno bisogno di uscire in qualche modo. Per me la scrittura è catartica, liberatoria, terapeutica ma è anche la mia vita, dato che faccio il lavoro di giornalista.”

2- Quali sono gli autori che hanno influenzato la tua formazione letteraria?

“Gli autori che mi hanno influenzata senza dubbio sono i cosiddetti poeti maledetti, Arthur Rimbaud e Charles Baudelaire con “Les Fleurs du mal” ma anche Sylvia Plath. In generale posso dichiarare apertamente di amare senza alcun dubbio gli animi tormentati, perché nella loro complessità li trovo particolarmente profondi.”

3- ‛Questa primavera’ è la recente silloge che hai pubblicato con Irda edizioni, puoi delineare a grandi linee le tematiche affrontate nel tuo libro? Con esso cosa hai voluto trasmettere?

“Con ‘Questa primavera’ ho voluto trasmettere un messaggio di rinascita e di speranza. Sul retro del libro ho fatto scrivere una mia frase “Perché ogni inverno porta con se il germoglio di una vita nuova. Perché la vita è come la primavera. Non bussa alla tua porta prima di esplodere”. Le tematiche sono varie, fondamentalmente l’amore, inteso in senso lato, e la possibilità che ci offre ogni giorno la vita anche nelle piccole cose e nella quotidianità, che spesso non siamo capaci di apprezzare.”

4- Nella poesia ‛Radice di primordiale’ fai riferimento alla reincarnazione, credi in essa?

“Non so. Sono più sicura e trovo più vantaggio nella spiritualità che nella religione. Non escludo la possibilità della metempsicosi dell’anima, ma credo che se esiste un Dio, sia fatto solo di luce e amore per tutti.”

5- Non è la prima silloge che pubblichi, quindi ti chiedo, qual è l’opera di cui vai più fiera e perché?

 “Sono fiera di entrambe, sono come due figlie, sia ‘L’ultima notte da falena’ che ‘Questa primavera’ rappresentano due mie fasi. La prima rappresentava l’ultima fase adolescenziale con la speranza di passare “da falena a farfalla”, la seconda rappresenta questo passaggio. ‘Questa primavera’ è meno tormentata e contraddittoria, ha più respiro.”

6- Come definiresti il tuo stile?

“Sicuramente contemporaneo e diretto, per il resto lo lascio definire agli altri.”

7- In un aggettivo, come definiresti la casa editrice Irda?

“La Irda Edizioni mi sembra una casa editrice seria.”

8- Cosa consiglieresti a un adolescente che volesse avvicinarsi al mondo della scrittura?

“Consiglierei di continuare a perseverare ed a credere nei propri sogni. Ci troviamo in una società arida di sogni, che non incita i giovani a studiare e coltivare passioni  ma piuttosto a partire. Io consiglio di non mollare, perché la tenacia ed il talento premiano.”

9- Progetti letterari futuri?

“Vorrei scrivere un romanzo autobiografico, sulla mia vita e la mia famiglia di origine, che è stata molto importante per me.”

 

Grazie Clelia e alla prossima!

 

 

Oggi vi volevo parlare del romanzo  “Enza Venturelli: vi racconto il mio Cosimo Cristina”, scritto da Roberto Serafini. E per farlo, porrò alcune domande all'autore inerenti al suo libro ed anche alla sua storia di scrittore:

1- Il tuo libro racconta la vita del giornalista siciliano Cosimo Cristina,  potresti parlacene?

Certo Roberta, innanzi tutto ti ringrazio per avermi dato questa opportunità di parlare del mio nuovo libro. Sono molto felice e onorato di rispondere alle tue domande.

Per quanto riguarda il libro, ci tengo a precisare che non parlo di tutta la vita di Cosimo Cristina, ma solo del periodo compreso tra l’agosto del 1958 e il maggio del 1960, oltre ai successivi fatti riguardanti le indagini riaperte nel 1966 per appurare la verità sulla sua morte.

Il racconto inizia proprio dal 31 agosto 1958, giorno in cui Cosimo entrò nel bar dove lavorava Enza. Quell’incontro fu il classico colpo di fulmine, almeno per lui, che da quel momento in poi cominciò a scriverle delle lettere bellissime nelle quali le confidava i suoi sentimenti e la speranza di esser ricambiato da lei. Cosa che avvenne nei mesi successivi. Oltre a questo parlo anche della sua carriera giornalistica e del suo settimanale “Prospettive siciliane”, citando molti articoli “esplosivi” in esso contenuti.

2- È stato difficile scrivere un libro ambientato in quell'epoca?

Sinceramente devo dire che il libro non è incentrato in modo particolare sulla descrizione di luoghi e stili di vita di quel periodo. C’è qualche accenno, ma bisogna dire che i racconti di Enza sono stati basati sul loro rapporto sentimentale. Più che dell’”esterno” si è voluto parlare e fare un viaggio all’”interno” del cuore di Cosimo, parlare di lui come ragazzo e uomo dolce, affettuoso, con un grande cuore innamorato della sua fidanzata, alla quale dedicava tutto se stesso, tutto il poco tempo libero che aveva, tra un servizio e l’altro da scrivere per i diversi giornali per cui lavorava. Ecco, quel che si comprende di quell’epoca lo possiamo desumere dalle sue lettere e dagli articoli dei giornali che ho riportato qua e là, in parte o integralmente.

3- L’io narrante della storia è tua zia, la fidanzata di Cosimo, raccontaci della vostra collaborazione che ha portato alla pubblicazione di questo straordinario libro.

Sì, è vero. Il libro è scritto in prima persona e colei che parla è proprio Enza Venturelli. Io ho solo prestato la mia penna ai suoi ricordi, scrivendo come fossi lei. La scelta di scrivere in prima persona è dovuta proprio dal desiderio di far sentire più vicini al lettore i due protagonisti. È stato un po’ quello che è capitato a me quando ho ascoltato i racconti di mia zia. Ho cercato di far rivivere le stesse emozioni che ho vissuto io stando seduto in poltrona accanto a lei, sfogliando le lettere originali (oltre cento) e guardando le loro fotografie.

L’idea è nata proprio così, quasi involontariamente. Fin da piccolo ho sempre saputo di questa storia senza però approfondirla mai sul serio. Da quando ho iniziato a scrivere, però, vedo le cose sotto un’altra prospettiva e penso sempre che le storie interessanti dovrebbero essere scritte e raccontate da qualcuno. E poi mia zia di questa storia, così nel dettaglio, non ne ha mai parlato con nessuno, quindi un motivo in più per raccontarla. In più penso di averla resa felice per aver raccontato e messa su un libro una parte fondamentale della sua vita.

4- Nel tuo libro non si parla solo d’amore ma anche di notizie precise circa indagini svolte in quegli anni in Sicilia. Sono importanti, e perché?

La storia d’amore è sicuramente l’aspetto più importante, ma ho voluto in ogni caso ripercorrere anche la cronaca degli avvenimenti che hanno riguardato la morte di Cosimo, le prime indagini, chiuse in breve tempo dal magistrato e la successiva riapertura del caso da parte del vice questore di Palermo Angelo Mangano. Mangano condusse di sicuro delle indagini minuziose, ascoltò decine di testimoni e depositò in procura un ricco dossier. Però, come ben sappiamo, non fu sufficiente a  consegnare alla giustizia i veri responsabili della sua morte.

5- Potresti dare un consiglio agli scrittori emergenti che devono ancora riuscire a trovare una casa editrice o come nel tuo caso, un servizio di self publishing?

Il discorso è molto lungo e complesso. C’è chi sogna da subito una casa editrice, piccola o media che sia, perché ci si convince che questa dia in un certo senso più prestigio alla propria pubblicazione. Gli autori che si auto-pubblicano poi sono spesso considerati scrittori di serie B perché si pensa che i loro manoscritti non abbiano trovato il favore degli editori. Ma non dimentichiamoci che la maggior parte di queste case editrici sono a pagamento, nel senso che per pubblicare bisogna acquistare un certo numero di copie obbligatoriamente, come da contratto che si firma. Il self-publishing, invece, ti dà la possibilità di pubblicare gratis pagando solamente le copie che decidi di acquistare per te, ma senza nessun obbligo o limite. Oggi sta diventando una strada sempre più intrapresa dagli emergenti, sia per i bassi costi di investimento sia per la velocità con cui si vede realizzato il proprio sogno. Io fin dall’inizio ho scelto di pubblicare con Youcanprint e non me ne sono mai pentito.

6- Stai attualmente lavorando alla stesura di un nuovo romanzo?

Penso di riprendere a settembre un romanzo che avevo interrotto per dedicarmi a questo lavoro appena pubblicato. Ho anche altre idee abbozzate ma che devo perfezionare nella mia mente prima di farle diventare delle vere e proprie storie.

7- Ti sei mai cimentato nella poesia?

Qualche tentativo c’è stato ma potevo tranquillamente evitarlo. Direi che non fa per me.

8- Vorresti ringraziare qualcuno che magari ti è stato da supporto nella tua carriera di scrittore?

Sì, c’è una persona che mi ha spinto a scrivere e ha creduto in me da sempre. La ringrazio perché senza di lei non avrei mai iniziato a scrivere. Grazie Dania.

Ti ringrazio per il tempo che ci hai dedicato e speriamo di poter leggere presto una tua nuova opera.